Parigi: il tempo è di tutti

Il tempo è di tutti, è la misura comune della vita, della nostra vita.

Questo penso nella galleria centrale del Musée d’Orsay a Parigi qualche mese fa: tra le travi di ferro e il soffitto a cassettoni, sono di fronte ad un monumentale orologio dal quadrante a numeri romani, impreziosito da festoni floreali e foglie d’acanto.

Questo ciclope della precisione, veglia sul tempo soggettivo di questa mia stazione.

Rifletto immediatamente sul senso del tempo che abbiamo, che usiamo, che rincorriamo o che perdiamo, che centelliniamo, che non apprezziamo, che a volte sprechiamo o che sottovalutiamo, che condividiamo, che doniamo.

Percorro le sale di questo bellissimo museo, i dipinti di Manet e Monet, di Van Gogh e Degas sono il mio orizzonte immediato, mi avvicino e mi siedo per contemplare e capire. Il tempo si ferma.

Parigi mi offre questa opportunità oltre a farmi ripercorrere strade e boulevards che in passato ho visto e che oggi, in un tempo diverso, ri-guardo. Cammino lungo la Senna, nei giardini de Les Tuileries e mi siedo su comode e colorate sedie: che bello vivere il parco seduti! Parigi ha pensato anche a questo, trovare il tempo per farci fermare e vivere la città, da seduti, per stare, parlare, riposare, leggere, per prendersi tempo.

Visito le Marais, sotto i portici una galleria d’arte espone una scultura che mi fa soffermare; le porte di questa galleria sono spalancate e le sedie del bistrot accanto sembrano un tutt’uno con lo spazio d’arte. Chi è seduto e prende un caffè parla (tutti parlano nei bistrot!) e mentre si parlal’arte è vicina ed accessibile.

Al Charles De Gaulle ritrovo le stesse sedie colorate dei giardini, in questo non luogo ti accolgono in tanti colori, invitano i passeggeri ad accomodarsi in attesa del loro volo e penso che starebbero bene anche nella mia città!