Dall’inizio dei lavori fino al loro termine, passo molto tempo in cantiere.
Vivendo in prima persona lo sviluppo di un progetto direttamente in cantiere, cerco di fare in modo che il progetto prenda forma e si compia. È un lavoro per nulla semplice che incontra alcune difficoltà ma anche molte soddisfazioni.
Il cantiere è la parte pratica, fisica, corporea del fare architettura: è il luogo dove ci si sporca le mani, con i materiali e i componenti edilizi, un posto in via di formazione tra materiali di vario genere.
Un luogo dove nulla può essere lasciato al caso, il tempo del processo produttivo, delle sorprese, degli imprevisti e del lavorare insieme, dello scambio, della cooperazione.
Abitare il cantiere
Spesso, quando le lavorazioni sono particolarmente complesse ma anche di fronte all’imprevisto, mi ritrovo ad abitare il cantiere: accade infatti che i disegni di planimetrie e sezioni vengano appesi e allestiti alle pareti ancora grezze, mentre si discute con gli operatori disegnando e facendo schizzi con la matita direttamente sui muri per trovare soluzioni immediate.
Dall’idea al disegno
Il disegno è il gesto, il comando iniziale, il segno che mi aiuta a comprendere direttamente sul posto, nello spazio che sto ristrutturando e io mi trovo a mio agio con la matita o il lapis alla mano mentre parlo con gli operatori.
Questo gesto mi aiuta e chiarisce perché per avere un’idea bisogna disegnarla.